Notizie dalla Germania

30 ottobre
LISTA NERA AZIENDE TEDESCHE 2

L'annuncio sull'imminente pubblicazione della cosiddetta "lista nera" delle aziende tedesche con un fatturato annuo superiore a 1 miliardo di marchi, che sinora si erano rifiutate di contribuire al fondo destinato al risarcimento degli ex deportati, ha indotto l'Ikea e la Ferrero a dare il via all'adesione all'Iniziativa per la Fondazione dell'Industria tedesca alla quale, in soli due giorni, sono stati versati quasi 10 milioni di marchi (circa 10 miliardi di lire).

27 ottobre
LISTA NERA AZIENDE TEDESCHE 1

Durante la trasmissione del 25.10.2000, il magazine televisivo Kontraste della prima rete pubblica ARD ha svelato l'esistenza, all'interno della Stiftungsinitiative der Deutschen Wirtschaft (Iniziativa dell'industria tedesca per la Fondazione), di una "lista nera" di quasi 200 aziende tedesche con un fatturato superiore al miliardo di marchi annuo (1000 miliardi di lire), che si rifiutano di contribuire al fondo per il risarcimento degli ex deportati e lavoratori coatti.

(a disposizione in formato JPG l'elenco delle ditte)

25 ottobre
DIFFICOLTA' DI FINANZIAMENTO

"Die Zeit" autorevole settimanale tedesco, ha pubblicato in data 19.10.2000 un ampio articolo sulla Fondazione tedesca, dal titolo "In attesa di un miracolo". Il settimanale critica aspramente l'industria tedesca, incapace di raccogliere i 5 miliardi di marchi da destinare al fondo ("dichiarazione di bancarotta"), oltre a ironizzare sul consiglio della Fondazione di cui si teme la burocratizzazione (la cosa più concreta sinora realizzata: il modulo per la domanda). Stando a "Die Zeit", che riporta una dichiarazione di Otto Graf Lambsdorff, incaricato del Cancelliere, i primi pagamenti dei risarcimenti rischiano di slittare a metà 2001.

23 ottobre
SPARITI 86 MILIONI DI MARCHI DAL FONDO DELL'UCRAINA

Dal fondo ucraino per le vittime del nazismo, istituito nel 1993 e dotato di 400 milioni di marchi (ca. 400 miliardi di lire), sono spariti 86 milioni di marchi (ca. 86 miliardi di lire). Ad Hannover (Germania Federale) è stato arrestato l’ex direttore della Banca Grado di Kiev, Wiktor Scherdiski, sospettato di aver sottratto la suddetta somma facendola sparire in banche in Lussemburgo, alle Isole Cayman e all’Isle of Man. In Germania sono stati sequestrati per il momento un conto corrente, un terreno e un automobile di lusso, intestati a Scherdiski. In merito al fondo per il risarcimento degli ex lavoratori coatti, il Governo della Repubblica ha intanto annunciato un severo controllo sull’attività delle Fondazioni partner. Si prevede una nuova procedura che consentirà i pagamenti solo dietro presentazione di elenchi contenenti i nominativi dei beneficiari.

24 ottobre
DAL NOSTRO OSSERVATORE:

Come è noto, allo stato attuale i pagamenti delle somme a titolo di risarcimento agli ex deportati sono bloccati. Questo blocco dei pagamenti è strettamente legato alla questione della "Rechtssicherheit" (sicurezza o garanzia giuridica - v. Preambolo, 7°capoverso) che, una volta agati i risarcimenti previsti dalla legge Tedesca, avrebbe dovuto mettere l'industria tedesca al riparo di eventuali altre cause, soprattutto negli Stati Uniti. E ancor prima dovrebbero essere archiviati tutti i procedimenti collettivi per risarcimento ancora pendenti negli Stati Uniti (vedi in questo contesto il "Joint Statement" del 17.07.2000 tra il governo tedesco e quello statunitense e gli elenchi degli "Annex" C e D ivi allegati - documento " Joint Statement.pdf" in allegato alla presente).
Per quanto mi risulta, allo stato attuale i procedimenti ancora pendenti negli Stati Uniti si contano a decine. Finché non saranno archiviati, il parlamento tedesco (Bundestag) non potrà, come previsto dalla legge sull'istituzione della Fondazione, accertare l'indispensabile "Rechtssicherheit" (v. art. 17, 2° comma della legge tedesca sull'istituzione della Fondazione) e quindi i pagamenti dei risarcimento non potranno essere effettuati.

La situazione è comunque andata ulteriormente aggravandosi da quando 45 deputati americani hanno avanzato la richiesta di scollegare dal fondo tedesco previsto per il risarcimento degli ex deportati tutte le questioni inerenti le problematiche di ordine assicurativo, ovvero di sospendere tutti i procedimenti pendenti finché tali questioni non siano chiarite in modo definitivo. I fondi messi a disposizione dalla legge tedesca sull'istituzione della Fondazione in merito alle questioni assicurative vengono, infatti, considerati del tutto insufficienti dagli avvocati americani che assistono i ricorrenti nelle cause ancora pendenti.

Nel caso delle cause che trattano questioni assicurative non si parla di "noccioline", ovvero dei ben noti e ridicoli importi di rispettivamente 15.000 marchi e 5.000 marchi previsti come risarcimento "morale" per gli ex deportarti lavoratori coatti. Lì si parla di importi di ben altra consistenza, e si parla soprattutto delle parcelle che alla fine della festa saranno saldate agli avvocati americani. In Germania si teme ormai che, qualora gli avvocati americani (con il sostegno dei succitati deputati) dovessero spuntarla, tutta la legge sull'istituzione della Fondazione andrebbe ridiscussa.

19 ottobre
DITTE TEDESCHE CHE RISARCISCONO DIRETTAMENTE

Diehl

Rechtsanwalt Daniel Ajzensztejn
Neuer Wall 46
20354 Hamburg

Der Nürnberger Technik-, Uhren- und Rüstungskonzern Diehl hat 10 000 bis 15 000 Mark an 180 Jüdinnen gezahlt, die einst zur Arbeit in der Waffenschmiede gezwungen worden waren.

Siemens

Dr. Ziemann
Pranerstr. 10
Siemensforum
80333 München
Tel. 089-63 63 23 53

VW

KPMG
Marie-Curie-Str. 46
60439 Frankfurt
Tel.: 069-95870
Fax: 069-95871050

17 ottobre
FONDI RACCOLTI

L'Iniziativa per la Fondazione dell'Industria tedesca (Stiftungsinitiative der Deutschen Wirtschaft) si era impegnata a raccogliere 5 miliardi di marchi da destinare alla Fondazione "Memoria, Responsabilità, Futuro" (Stiftung "Gedächtnis, Verantwortung, Zukunft"). Anche dopo l'adesione della Deutsche Telekom i fondi effettivamente raccolti ammontano ad appena 3.3 miliardi marchi.

17 ottobre
DAL NOSTRO OSSERVATORE

Si ritiene opportuno attirare la Vostra attenzione su quanto pubblicato da "Die Tageszeitung" nell’articolo "Jeder Fall ein eigenes Puzzle" (Ogni caso un puzzle a sé), in merito all’Internationaler Suchdienst di Bad Arolsen. Come è noto, la legge tedesca prevede che le domande per il risarcimento degli ex deportati lavoratori coatti devono essere debitamente documentate. In caso di documentazione insufficiente oppure mancante, le Organizzazioni partner della Fondazione tedesca sono tenute a interpellare il Suchdienst di Bad Arolsen, incaricato a condurre nei suoi archivi (schede anagrafiche, libretti di lavoro, elenchi di deportati, etc.) ricerche allo scopo di reperire materiale in grado di comprovare la posizione dei richiedenti. Stando a quanto riferito nell’articolo, l’Internationaler Suchdienst attende nei prossimi mesi la presentazione di circa mezzo milione di richieste di informazione provenienti dai soli paesi dell’Europa orientale. Nel frattempo il Governo federale ha stanziato fondi per 2 milioni 880 mila marchi a sostegno di Bad Arolsen, aumentando il personale del Suchdienst di 44 unità, ma tale impegno dovrà essere considerato comunque insufficiente (vedasi in questo contesto anche il documento in allegato "Arolsen Tempi d’attesa.pdf"). Per evitare il collasso di Bad Arolsen, le cinque Organizzazioni partner dell’Europa orientale sono state obbligate nel frattempo a presentare solo richieste d’informazione collettive sotto forma di listati (Listenanfragen), e questo preferibilmente su supporto informatico (non è quindi più possibile presentare richieste individuali a Bad Arolsen). Si sottolinea in questo contesto che le Organizzazioni partner dell’Europa orientale sono rappresentate da cinque Fondazioni nazionali (cosiddette "Versöhnungsstiftungen") che risultano essere già operative.

2 ottobre
CONSIGLIO DELLA FONDAZIONE TEDESCA: UN "ORGANO DI NOTABILI"

Per la seconda volta nel giro di poche settimane l’autorevole settimanale tedesco Der Spiegel ha pubblicato una breve ma aspra critica riguardante la presidenza (Vorstand) della Fondazione tedesca "Memoria, Responsabilità, Futuro" pubblicando, oltre ai nominativi dei membri, un’informazione relativa alla loro remunerazione.

I tre membri Hans-Otto Bräutigam, 69 anni, ex ministro della Giustizia del Land Brandeburgo, Michael Jansen, 59 anni, delegato generale (Generalbevollmächtigter) del colosso chimico Degussa-Hüls e Avi Primor, 65 anni, ex-ambasciatore d’Israele in Germania, dovrebbero percepire ognuno un "principesco compenso" annuo pari a DEM 240.000 (ca. Lit. 240 milioni). Der Spiegel puntualizza che gli ex-lavoratori coatti potranno invece ottenere come risarcimento per il lavoro coatto da loro svolto durante il periodo nazista (il settimanale usa il concetto "Fron" = "corvée") un importo massimo e una tantum pari a DEM 15.000 (ca. Lit. 15.000 milioni). Già in precedenza alcuni membri del consiglio della Fondazione avevano criticato la presidenza definendola un "organo di notabili" (Honoratiorengremium).

A disposizione:
1: "Spiegel Stiftungsvorstand.pdf" - Le notizie orginali di Der Spiegel pubblicate sul n. 38/2000 e 40/2000.
2: "Degussa Zahngold FR.pdf" – Articolo in lingua tedesca relativo alla seconda causa collettiva per risarcimento promossa negli USA contro la Degussa (raffinazione dell’oro dentale estratto ai detenuti KZ e produzione del gas Zyklon B per conto delle SS). Fonte: Frankfurter Rundschau del 26.01.1999.

29 settembre
CORRISPONDENZA CON ANDREAS PLAKE (Bundesverband Information & Beratung für NS-Verfolgte)

I punti salienti dell’informazione di Andreas Plake in merito alla questione dell’(in)adeguata informazione sul risarcimento degli ex deportati/lavoratori coatti durante il periodo nazista (rif.: e-mail del 29.09.00, ore 18.24):

1. Il 20 settembre si è svolta a Berlino una seduta del consiglio della Fondazione.

2. La questione dell’adeguata informazione prevista dalla legge tedesca (entro due mesi dall’entrata in vigore, quindi entro il 12.10.2000) non è neppure stata discussa.

3. Sono stati invece discussi aspetti formali come a.e. la costituzione del consiglio, l’elezione della presidenza etc.

4. Per questo motivo tuttora non è stato possibile firmare contratti con le organizzazioni partner (compresa la IOM) che allo stato attuale agiscono in una situazione di vuoto.

5. Anche la questione con quali mezzi deve essere finanziato il programma di informazione non è ancora stata chiarita.

6. Stando a quanto stabilito dalla legge tedesca il programma dovrebbe essere compito della Fondazione i cui fondi economici risultano essere assai limitati in quanto fino a 125 milioni di marchi dei 200 milioni messi a disposizione rischiano di finire per saldare le pagelle degli avvocati (nei processi promossi negli USA).

7. Qualora il programma di informazione dovesse essere invece finanziato con i fondi messi a disposizione delle organizzazioni partner, questo andrebbe a carico dei sopravvissuti (la somma destinata ai risarcimenti risulterebbe ridotta).

8. Pare che le organizzazioni partner siano disposti a promuovere solo un programma di informazione degno di essere chiamato tale, e questo solo quando saranno risolti le questioni ancora aperte.

9. Stando a quanto stabilito dalla legge, i fondi economici possono essere messi a disposizione solo dopo che la Dieta federale ha constato formalmente il raggiungimento di una sufficiente sicurezza giuridica per le imprese tedesche (i.e. ritiro delle cause promosse negli USA). Tale condizione sarà forse raggiunta solo a novembre.

10. La prossima riunione del consiglio della Fondazione si svolgerà il 2 novembre e la questione sull’informazione sarà sicuramente discussa al O.d.G. Plake sottolinea che il Bundesverband insisterà sulla necessità di organizzare e promuovere un adeguato programma di informazione, in particolare nei paesi a fanno capo alla IOM.

11. Plake invita di tenere il Bundesverband al corrente dell’andamento in Italia, in modo da consentire eventuali interventi nei confronti del consiglio della Fondazione e, se ritenuto necessario, nei confronti della IOM.

Indirizzio provvisorio della presidenza della Fondazione:

Dr. Michael Jansen

Vorstand der Stiftung "Erinnerung, Verantwortung und Zukunft"

Mauerstr. 39-40 - Postfach 305

D-10107 Berlin

Tel. 0049.30.223100

Fax 0049.30.22 310260

E-Mail: post@barov.bund.de

N.B.
All’indirizzio Internet www.barov.bund.de (sezione: Aktuelles - Hinweise zur Stiftung "Erinnerung, Verantwortung und Zukunft") è possibile scaricare un documento informativo sul risarcimento in lingua italiana (in formato Acrobat 4.0).

Il programma di lettura di tale tipo di documento (Acrobat Reader 4.0 oppure 4.05) può essere scaricato gratuitamente al seguente indirizzo:

http://www.adobe.com/products/acrobat/alternate.html

Indirizzo del Bundesverband:

Bundesverband Informations- und Beratung für NS-Verfolgte

Holweiderstr. 13-15

D-51065 Köln

Tel. 0049.221.612041

Fax 0049.221.9624457

E-Mail: info@nsberatung.de