IL CASO. Festeggiata ieri anche in città la "Giornata della responsabilità". Delegazione in Via Volta.

Il Prefetto accoglie gli Schiavi di Hitler

Palazzo Adriano garantisce: massimo impegno con la Farnesina per le indennità 

Le associazioni che si occupano dei lavoratori forzati del nazismo hanno celebrato ieri in tutti i capoluoghi di provincia italiani la "Giornata della responsabilità".
Delegazioni di rappresentanti degli Schiavi di Hitler hanno consegnato mazzi di rose bianche, simbolo dell'antinazismo tedesco, ai prefetti e chiesto loro di sollecitare un intervento del ministero degli Esteri affinché agli internati militari italiani venga riconosciuto dalla Germania il diritto al risarcimento per i due anni di lavoro dal 8 settembre 1943 alla fine della guerra, prestato gratuitamente nelle fabbriche tedesche, tra le quali figurano alcune grandi multinazionali operanti oggi sul mercato mondiale. 

Anche a Como una delegazione composta dal direttore dell'Istituto di Storia Contemporanea, Valter Merazzi, dal Presidente provinciale e da quello onorario dell'Associazione Nazionale Ex Internati, Alberto Annoni e Tonino Bertuzzi, e dai rappresentanti dei sindacati, delle Acli e dell'Anpi, è stata ricevuta dal Prefetto Guido Palazzo Adriano.
Questi, dopo aver ascoltato le richieste avanzate dagli interlocutori, ha garantito il proprio impegno personale affinché la Farnesina predisponga un pressing diplomatica sulla Germania perché riconosca le istanze sollevate dagli italiani, classificati formalmente come prigionieri di guerra, ma di fatti trattati come mano d'opera impiegata nelle industrie del Reich senza retribuzione.
La Fondazione tedesca che si occupa delle cause di lavoro dei prigionieri di tutto il mondo, infatti non ha mai voluto riconoscere agli italiani alcuna titolarità al risarcimento e ha nominato una commissione di storici, rigorosamente tedeschi, che entro la fine di giugno dovrà dirimere la questione, stabilendo se gli italiani dovranno essere considerati prigionieri di guerra, secondo la definizione propria della Convenzione di Ginevra, e come tali non suscettibili di tale risarcimento, oppure debba essere loro riconosciuto lo status di lavoratori forzati, e in tal caso aventi titolo per chiedere il pagamento delle somme mai percepite.