Osservazioni e riflessioni:

"E’ mio dovere usare ogni mezzo per addestrare il popolo tedesco alla crudeltà e prepararlo alla guerra. Voglio una gioventù violenta, dominatrice e brutale! Così dev’essere la gioventù: il debole va spazzato via! Nel mio ‘Ordine Nuovo’ verrà allevata una gioventù che spaventa il mondo" - Hitler (Luglio 1936)

Osservazioni e proposte. 27.7.2000

Alla luce della recente firma dell'accordo fra Stati Uniti e Germania che dà l'avvio alla procedura di risarcimento del lavoro coatto nella Germania nazista si rende necessario da parte nostra fare il punto della situazione per affrontare nel miglior modo la fase che si apre.

L'accordo.

Il nostro giudizio sull'accordo è molto critico. E' chiaro che si tratta di un'operazione diplomatica e politica che pretende di chiudere in modo definitivo una pagina di storia tragica e decisiva.

Essa inerisce principalmente ai rapporti fra Usa e Germania, è finalizzata a risarcire rivendicazioni ben difese come quelle ebraiche, è nel solco della politica del dopo ‘89 verso i paesi dell'Europa orientale

Siamo altresì convinti che qualsiasi monetizzazione non può risarcire la sofferenza.

In questo caso la sua entità risulta comunque offensiva.

L'esclusione dei deceduti nei campi (oltre 40.000) e dopo per i patimenti subiti, il diritto legato alla rimanenza in vita al febbraio 1999, l'esclusione dei lavoratori coatti fuori dai confini del Reich (Balcani ecc...), mostrano il carattere umiliante dell'accordo.

Abbiamo più volte insistito sul fatto che una presenza, a qualunque titolo e in qualunque forma (anche attraverso l'opinione pubblica) durante la trattativa internazionale, che si è trascinata per un anno e mezzo, avrebbe forse saputo strappare qualche miglioramento, ma tant'è. Rispetto a quello che ci siamo ripromessi a dicembre: stimolare un dibattito pubblico nazionale, sollecitare la partecipazione del nostro governo alla trattativa i risultati sono stati deludenti.

Il governo si è sempre trincerato dietro gli accordi del 1961 con la Repubblica Federale, i politici in generale hanno mostrato un atteggiamento poco attento, la stampa ha sempre più pensato a inseguire scoop o a costruire articoli pietistici piuttosto che comprendere le dimensioni della questione.

In questo senso se da un lato ci ha fatto piacere l'incontro con Amato, dall'altro lo abbiamo giudicato tardivo: Abbiamo anche scritto a questo proposito che non ce la sentiamo nemmeno di dover scaricare su questo governo la responsabilità di un assenza sulla questione dei reduci dalla Germania che ha coinvolto tutti i governi repubblicani, la gran parte dell'intellettualità di questo paese, la stessa ricerca storica.

Lo Iom

Abbiamo avviato contatti con la sede italiana dello Iom (International Organization for Migration), che è stato incaricato dalla Fondazione (dopo il rifiuto da parte della Croce Rossa internazionale) della distribuzione dei fondi al "resto del mondo". E' una struttura che si occupa istituzionalmente di profughi e di emigrazione e che svolgerà una funzione prevalentemente amministrativa. Abbiamo trovato attenzione e un clima collaborativo, ma è importante sapere presto se sia l’unico interlocutore con cui affrontare questioni di merito che si pongono immediatamente.

Prigionieri di guerra o internati militari ?

La nostra posizione su questo punto è sempre stata ferma: agli italiani non è mai stato applicato lo status di "prigioniero di guerra", bensì quello di Intenato militare. Questa è anche la visione condivisa dai pochi storici italiani che hanno affrontato la questione.

Il fatto che l'articolo 11 della legge tedesca escluda i prigionieri di guerra pone una questione di ordine storico-giuridico non indifferente, la cui soluzione positiva richiede una ferma presa di posizione da parte di storici, intellettuali. Questo soprattutto alla luce del dibattito che si sta sviluppando in Germania sulla condizione degli italiani e sulla interpretazione della legge.

E' evidente che accettare per gli italiani la condizione di prigioniero di guerra oltre ad assere un falso storico mostruoso e ipocrita, escluderà il 90% degli aventi diritto.

Si pone per noi la necessità di sgomberare immediatamente dal campo la questione in modo deciso. Non ci aspettiamo molto dal lato della politica anche perchè il Parlamento chiude alla fine questa settimana che è invece decisiva.

Crediamo importante un maggior coinvolgimento dell'opinione pubblica anche in Germania, ma ci rendiamo conto che i tempi estivi non ci favoriscono per niente.

Abbiamo chiesto a Gerhard Schreiber un intervento. Ha promesso di mandarci rapidamente una perizia storico-giuridica e alcuni documenti.

Si tratterà di giocarla in modo efficace. Intanto è indispensabile un lavoro diffuso che coinvolga localmente gli istituti e gli enti che hanno collaborato sin quì con noi.

Tempi

Lo Iom dice che sarà operativo a partire dalla fine di luglio. Per quella data si prevede infatti che la legge verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale.

Le richieste dovranno essere presentate entro otto mesi a partire da quella data. (prolungabili a 12 nei casi particolari). Lo Iom avrà due mesi per la pubblicizzazione del bando che conterrà le modalità di accesso al finanziamento.

Si pone quindi subito la necessità di un coordinamento dell'informazione da dare ai richiedenti. Abbiamo chiesto allo Iom che l’informazione sia concordata per non spingere noi e chiunque abbia raccolto le schede in sofferenza e per garantire il grosso lavoro sin qui fatto.

Esiste poi una questione di merito: il carattere probante dei documenti richiesti. Su questo si aprirà un contenzioso con la Fondazione che dovrà passare attraverso lo Iom.

Non è pensabile che i deportati italiani siano in grado di documentare in modo esauriente la loro condizione. Si impone una soluzione giuridica che accetti il carattere probante della situazione in cui vennero a trovarsi.

Che siano i tedeschi a dimostrare di non aver messo a lavoro coatto la totalità dei soldati di truppa, dei rastrellati civili, degli inquadrati a forza nella Todt.

Abbiamo anche più volte ricordato come presso gli archivi tedeschi e italiani sia conservata molta documentazione relativa a questi fatti. Lothar Evers ci suggeriva altre piste di ricerca in Germania.

Strappare condizioni favorevoli prima della promulgazione del bando dello Iom è un'operazione molto difficile sulla quale chiameremo alla sua responsabilità il Governo, anche alla luce degli impegni presi. Saranno parimenti indispensabili gli sforzi congiunti di tutti quelli che hanno lavorato con noi e la fattiva partecipazione delle associazioni storiche, al di là delle incomprensioni che ci possono essere state sin qua.

Sarà nostro sforzo operare in questa direzione e per questo chiediamo l'aiuto immediato di tutti.

Rapporti Politici

Vogliamo ringraziare chi ha seguito con attenzione in questi sette mesi questo lavoro con suggerimenti, incoraggiamenti, interrogazioni parlamentari. Si è trattato comunque di casi isolati. Al di là di tutto vogliamo nuovamente sottolineare la nostra volontà di fare di tutta la questione un problema di politica nazionale e istituzionale e non di bandiera.

Comunicazione

Sempre di più utilizzeremo il nostro sito internet www.isc-como.org per aggiornamenti.