Lettera di Wiesenthal sul risarcimento Austriaco.

A seguito di una richiesta di Ricciotti Lazzero Simon Wiesenthal ci scrive:

Caro amico,
alla tua domanda ed al complicatissimo problema io posso dichiarare quanto segue:

Secondo la mia convinzione tutti gli italiani - anche i soldati che alla fine dell'alleanza finirono nelle mani dei tedeschi e che per ciò non poterono più rientrare in Italia - devono essere considerati a causa del loro impiego forzato al lavoro "lavoratori forzati".Quando l'Italia era alleata della Germania, gli italiani che lavoravano in Germania, non potevano essere considerati prigionieri o internati.Dopo la fine dell'alleanza e l'occupazione del Nord-Italia da parte dei tedeschi, i soldati italiani prigionieri vennero impiegati in diversi lavori.

Milioni di tedeschi erano già stati sottratti al processo lavorativo a causa del servizio militare o della prigionia in Russia. Per poter piazzare questi "prigionieri di guerra" anche nei fondamentali settori come l'industria degli armamenti, furono tolti dalla categoria " prigionieri di guerra" e traformati in "lavoratori forzati civili" - quindi diedero la loro opera come lavoratori forzati.Non ci fu alcun vero governo in Italia dopo il settembre 1943, il Nord-Italia era occupato dei tedeschi, il Sud-Italia era già sotto l'influenza e il potere degli inglesi e americani.

Io personalmente non faccio parte del Kuratorium ,che tratta il settore degli indennizzi. Ho delegato il vice-presidente del BJVN (Unione degli ebrei perseguitati dal regime nazista) , Avv. Dr. Winter.

Non so perciò come debba essere giudicata la distribuzione dei fondi, ho però appreso che si devono dare indennizzi soltanto ai lavoratori forzati degli Stati dell'Est, non a quelli appartenenti a nazioni dell'Europa occidentali. Su quale base sia stata presa questa decisione e con quale fondatezza non lo so.

 Cordiali saluti

Tuo Simon Wiesenthal